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A Modena torna il rave (di Halloween) 5mila nella fabbrica abbandonata (VIDEO)
Il raduno a tre anni dalla festa che portò al primo dl del governo Meloni
I raver hanno rifatto lo 'scherzetto' a Modena. In almeno cinquemila, alle due della mattina, si sono dati appuntamento a Campogalliano in quello che era un gioiello architettonico, la storica Fabbrica Blu, dove la Bugatti della parentesi italiana ha spento i motori da tempo ed ora si accendono invece i decibel di impianti rivolti verso un pubblico destinato a crescere (l'evento clou pare sia in programma per questa notte). Modena terra di motori ma anche, indirettamente, di decreti legge e probabilmente non è un caso se nei tempi più recenti il cuore dell'Emilia sia diventato il palcoscenico più ambito dagli organizzatori di eventi di massa non autorizzati. Perché se il capoluogo della Motor Valley già storicamente 'pagava' l'essere posizionato a ridosso dei principali snodi autostradali nazionali, ecco che dal 2022 qualcosa è cambiato, e non poco.
Tutto comincia nel periodo di Ognissanti, oppure più laicamente di Halloween, di tre anni fa: a poche settimane dall'insediamento del governo di Giorgia Meloni in un'area di Modena Nord, a pochi chilometri dal rave di Campogalliano, migliaia di giovani si danno appuntamento clandestinamente per Witchtek 2K22 evento di portata europea. Ancora una volta scheletri industriali come base, con tutti i rischi annessi e connessi. Lo sgombero ordinato dall'allora ministro dell'Interno Matteo Piantedosi avviene in modo del tutto pacifico, anche grazie al lavoro svolto dalla prefetta dell'epoca Alessandra Camporota ("Abbiamo usato il giusto rigore ma cercando di tutelare l'ordine pubblico e l'incolumità di tutti", le sue parole nel 2022). Una volta liberata l'area, la questione diventa fra le priorità del governo, tant'è che il primo decreto legge firmato Meloni è proprio il 'dl rave', nato dai fatti di Modena e per introdurre pene più severe nei confronti degli organizzatori di eventi del genere. L'articolo 434-bis del codice penale recita infatti la punibilità dell' "invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi da 3 a 6 anni di reclusione per eventi con oltre 50 persone". Per questo, per gli organizzatori, rimettere la bandierina in terra modenese ha un significato del tutto particolare.
I raver la mobilitazione in risposta l'avevano lanciata praticamente subito, in modo ufficiale, con la 'Street Parade' autorizzata a Modena città il 28 ottobre 2023, ma che anche in altre occasioni si erano resi protagonisti e autori di tentativi sventati (come a Soliera, sempre nel 2023) e rave annunciati in rete ma poi mai verificatisi. Fino a questa mattina, quando il remake ha funzionato ed è difficile vedere una casualità nella scelta del periodo. Mentre la prefettura di Modena dà conto di una situazione tutto sommato finora 'tranquilla' (300 identificati, 50 targhe rilevate per approfondimenti e un arresto per possesso di stupefacenti) destinataria delle critiche diventa proprio l'allora prefetta Camporota, diventata nel frattempo assessora comunale alla Sicurezza con l'amministrazione di centro sinistra guidata dal sindaco Massimo Mezzetti. "Vorrei chiedere all'assessore Camporota" - scrive la deputata modenese di FdI Daniela Dondi - "se a Modena vengono rispettate le leggi o meno, visto quello che accade". Fra i rischi connessi al rave di Campogalliano c'è anche quello di danneggiare ulteriormente la Fabbrica Blu Bugatti, un tempo simbolo mondiale della Motor Valley italiana e dal 2022 in stato di abbandono. Per lo stabilimento avveniristico l'architetto Giampaolo Benedini aveva chiesto al ministero della Cultura il riconoscimento del valore artistico del complesso.