La trattativa
John Elkann, la Juve, l'offerta Tether e il video che chiude la porta: «Il club fa parte della mia famiglia da 102 anni»
L'azienda di stablecoin aveva provato ad acquisire il pacchetto di maggioranza. Lo stesso ceo di Exor ha detto ufficialmente no
La Juventus non è in vendita. Exor ha sbarrato la strada a un'offerta da un miliardo, respingendo all'unanimità la proposta di Tether Investments per rilevare l'intera partecipazione detenuta nella società bianconera.
La holding della famiglia Agnelli controlla circa il 65% del club, una quota che determina indirizzo industriale, sportivo e identitario della Vecchia Signora: è da lì che passa ogni decisione sul futuro. E da lì è arrivato un no netto.
Non si tratta di un fulmine a ciel sereno. Già dopo il Consiglio di amministrazione dello scorso novembre, quando Paolo Ardoino e Tether (detentori dell'11%) avevano iniziato a farsi avanti, John Elkann aveva fissato confini chiari. Oggi quei paletti diventano una posizione formale, messa nero su bianco in una nota che non lascia adito a equivoci: “Exor annuncia che il suo Consiglio di Amministrazione ha respinto all'unanimità una proposta spontanea presentata da Tether Investments, per l'acquisizione di tutte le azioni di Juventus Football Club SpA di proprietà di Exor”, recita il comunicato.
È lo stesso Elkann a rimettere in fila storia e prospettiva: “La Juve fa parte della mia famiglia da 102 anni – afferma – fa parte nel vero senso della parola: nel corso di un secolo quattro generazioni l'hanno ingrandita, resa forte, accudita nei momenti difficili e festeggiata nei tanti momenti felici. Ma non solo, la Juve fa parte di una famiglia molto più grande, la famiglia bianconera fatta di milioni di tifosi in Italia e nel mondo che amano la Juve come si fa con le persone care. Proprio pensando a questa passione, a questa storia d'amore che ci unisce da oltre un secolo, come famiglia continuiamo a sostenere la nostra squadra, e guardare al futuro per costruire una Juve vincente. La Juventus, la nostra storia, i nostri valori non sono in vendita”.
Nel pieno di una fase in cui il calcio internazionale è attraversato da fondi, criptovalute, investitori opportunistici e valutazioni lampo, Exor sceglie la via della continuità e del controllo. Non per semplice nostalgia, ma per tradizione e visione: chi governa la Juventus gestisce un patrimonio che va oltre il bilancio, il risultato sul campo e la valutazione di mercato.
Tether ha bussato con un'offerta clamorosa, tecnologicamente seducente e finanziariamente aggressiva. La risposta è stata quella delle grandi dinastie: certe storie non si comprano. Così, almeno per ora, la Juventus resta saldamente nelle mani di chi la vive come una questione familiare.
Una bandiera come Gigi Buffon invita il popolo bianconero a “essere orgoglioso e felice di essere riconoscibili attraverso la famiglia Agnelli e in questo caso John Elkann”, mentre Luciano Spalletti si prende l'onere di tradurre in campo questo legame: “Sta a noi dare sostanza e concretezza a questa passione, onorando il passato e costruendo un futuro dello stesso livello o anche migliore, come ci ha detto lo stesso Elkann quando ci è venuto a trovare”.