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L'approfondimento

Il legame del sequestro-lampo dietro l'arresto del latitante di Vittoria (che odia gli ex pentiti)

I poliziotti della squadra mobile di Ragusa e della Sisco di Catania hanno catturato Gianfranco Stracquadaini, detto "faccia d'angelo", stanotte alle 4. L'ombra dell'arrestato nel rapimento e anche nel rilascio ventiquattro ore dopo.

Laura Distefano

15 Ottobre 2025, 10:26

11:19

Il legame del sequestro-lampo dietro l'arresto del latitante di Vittoria (che odia gli ex pentiti)

Ha sempre vissuto lì. Un anno e mezzo.  Un fantasma fra le campagne di Vittoria e Comiso, nel Ragusano. Ha seguito i suoi affari da vicino Gianfranco Stracquadaini, classe 1975 e conosciuto come "Faccia d'Angelo", ritenuto il nuovo "capo" della mafia iblea. Che sarebbe riuscito a portare alla sua corte anche la criminalità straniera, violenta e senza scrupoli.

Sul suo capo pendeva un ordine d'arresto - su decreto di fermo convalidato dal gip - per il tentato omicidio di Roberto Di Martino commesso poco prima dell'estate dello scorso anno. Straquadaini gli avrebbe sparato in piena faccia mentre Di Martino era in macchina: lo ha preso a un occhio, ma per un miracolo la pallottola è uscita senza provocare lesioni al cervello e l'uomo si è salvato. Di Martino è stato un collaboratore di giustizia: tornato a Vittoria però la sua strada era tutt'altro che lontana dalla criminalità organizzata. Straquadaini il progetto di uccidere l'ex pentito l'avrebbe covato da anni in carcere. Finì in cella perché trovato con delle armi. Ha scontato la sua pena, ma il piano diabolico sarebbe rimasto in testa. Il cinquantenne avrebbe lanciato quasi una condanna a morte agli ex collaboratori della terra iblea che, senza permesso, erano tornati a Vittoria volendo tornare a diventare protagonisti della mafia. Una mafia che si muove fra la Stidda e Cosa Nostra, ma con ultimamente grandi influenze di criminalità straniera. «Un frullatore», dice un esperto di criminalità ragusana

Torniamo alla cattura di Stracquadaini. L'operazione è stata coordinata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto della Dda etnea, Alfio Gabriele Fragalà. Il latitante era in un appartamento-capannone fra le suggestive campagne di Comiso. Durante l'irruzione i poliziotti hanno trovato anche due pistole, che però il ricercato non ha tentato nemmeno di usare. Gli investigatori gli hanno notificato l'ordinanza di custodia cautelare per tentato omicidio e dopo sarà accompagnato in carcere. E sarà fissato l'interrogatorio.

I poliziotti, coordinati dalla Dda, erano sulle tracce di Straquadaini già da un po'. Ma le indagini sulla cattura del latitante hanno subito un'accelerazione. Forse anche dopo il sequestro-lampo del diciassettenne figlio di un facoltoso imprenditore vittoriese, su cui stanno indagando i pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania dopo che è emersa l'ipotesi del collegamento con i clan mafiosi e la finalità estorsiva del rapimento durato più o meno 24 ore. Il capannone isolato dove il minorenne avrebbe trascorso la sua breve prigionia sarebbe anche riconducibile a un parente dell'arrestato di stanotte. C'è anche l'ipotesi che il rilascio sia stato anche frutto di una pressione degli ambienti criminali, legati proprio all'ormai ex latitante, che voleva evitare i troppi occhi puntati su Vittoria. Dove lui si nascondeva indisturbato. Qualche settimana fa, il giornalista vittoriese Giuseppe Bascietto ha pubblicato una foto che immortalava (sotto), secondo le fonti del cronista, proprio Straquadaini mentre faceva la spesa a Vittoria.

Sul sequestro-lampo di Vittoria le indagini sono però ancora aperte. La Dda etnea, con polizia iblea e Sisco di Catania, sta lavorando su più fronti. Ma il cerchio potrebbe davvero chiudersi presto. E questo arresto potrebbe essere un tassello fondamentale del puzzle investigativo